Il termine ipoacusia include diverse tipologie di abbassamento o perdita di udito: si va dalle orecchie tappate a causa di un semplice raffreddore al calo dell’udito riconducibile all’esposizione prolungata ai rumori, fino alla sordità dovuta ad incidenti alla testa, età o infezioni (otiti).

Che sia passeggera o permanente, curabile o meno, ogni abbassamento dell’udito rientra quindi nella categoria dell’ipoacusia. Ma la forma più comune di ipoacusia è quella che si definisce neurosensoriale: tipologia che si riferisce a qualsiasi causa di perdita dell’udito dovuta a una patologia della coclea, del nervo uditivo o del sistema nervoso centrale.

In parole semplici, ogni perdita uditiva dovuta ad un malfunzionamento nei meccanismi di trasmissione del suono dalle orecchie al cervello.

LE CAUSE PRINCIPALI

La causa più ricorrente di ipoacusia neurosensoriale è senz’altro l’età che avanza ed il fisiologico deterioramento degli organi coinvolti nel processo di ascolto. In questi casi si parla di presbiacusia, ma le origini di una perdita uditiva di questo genere possono essere ricercate in altri fattori, tra cui:

  • trauma cranico;
  • esposizione ai rumori;
  • Sindrome di Ménière;
  • Schwannoma vestibolare.

A questi fattori si possono aggiungere anche altre condizioni sistemiche o patologie che possono incidere sulla gravità.

GESTIONE E TRATTAMENTO

La perdita dell’udito neurosensoriale dipende dall’origine che l’ha scaturita. Nei casi acuti in cui non viene trovata alcuna causa e si sospetta che sia di origine idiopatica, dovrebbe essere richiesta una risonanza magnetica cerebrale di routine con i dettagli del meato uditivo interno.

In alcune circostanze un trattamento farmacologico, prescritto e seguito da un medico specialista, può rivelarsi utile per ripristinare la salute uditiva. Nella maggior parte dei casi, però, l’ipoacusia neurosensoriale è un processo irreversibile, che non conosce una cura definitiva, ma una serie di trattamenti per gestire il deficit uditivo.

Non c’è modo, infatti, di riguadagnare le soglie uditive precedenti e il supporto riabilitativo audiologico consente di limitare l’impatto della sordità sul benessere fisico e mentale, oltre ad aiutare chi ne soffre a vivere senza le restrizioni imposte da questo handicap.

Gli apparecchi acustici rappresentano senz’altro la strategia numero uno per il trattamento di ipoacusia neurosensoriale. Quando si tratta di pazienti un po’ più in là con gli anni, gli apparecchi acustici sono utili anche nei casi lievi o moderati.

PREVENZIONE: ALCUNI SUGGERIMENTI

Innanzitutto, effettuando periodicamente esami audiometrici per monitorare costantemente la propria qualità uditiva, a maggior ragione quando si ha un presente o un passato in ambienti di lavoro particolarmente rumorosi.

In generale, adottare uno stile di vita sano, evitando abitudini che possono incidere sulla salute uditiva come consumo eccessivo di alcolici o fumo oppure sposare un regime alimentare equilibrato, che vada ad influenzare positivamente la circolazione (anche presso il sistema uditivo), sono altri suggerimenti validi per conservare un buon udito anche durante la terza età, oltre che una buona qualità di vita in senso più largo.